…il femminismo non è solo uguaglianza, ma un sguardo dentro di sé

In un oggi di uguaglianza tra i due sessi e, anzi, di sorpasso da parte delle donne – già avvenuto nei livelli di istruzione e di  successo negli studi, ancora difficile rispetto alle retribuzioni all’occupazione e alle carriere,  quale continuità vi può essere con un passato di emarginazione e di subordinazione? E allora il femminismo, se c’è l’uguaglianza tra i sessi, pur nella precarietà di oggi, a cosa serve?

Possibile che il patriarcato sopravviva? 

Sì, sopravvive, con terribili colpi di coda: i femminicidi ad opera di amanti e mariti lasciati, che non sopportano l’emancipazione delle “loro” donne, diventano violenti e uccidono. E inoltre, finché una donna avrà paura di uscire da sola di sera, significa che il patriarcato sopravvive.

E il femminismo continua. Oggi assistiamo a movimenti femministi molto diffusi, transnazionali, di giovani donne – e non solo giovani – quali Non una di meno – ricordiamoci cosa significa questo nome, Non una di meno cioè nessuna deve più morire di violenza sessuale – ; fenomeni come il Me too, che non riguarda certo solo delle donne del cinema…

Anche perché il femminismo non è solo uguaglianza, ma un sguardo dentro di sé: come donne percepiamo una forza nuova, gli uomini invece scoprono modelli di virilità e potere sedimentati da una storia secolare e ancora introiettati, e ciò causa insicurezza, incertezza e purtroppo a volte violenza

Perché il femminismo è la consapevolezza che la questione fondamentale rispetto all’incompiutezza della cittadinanza femminile, tradizionalmente intesa, ha a che fare con quella limitazione dell’autonomia femminile che deriva dal non riconoscimento alle donne di quella sovranità sul proprio corpo che è invece riconosciuta agli uomini .

Romina Mosticone Sempre in Movimento, Mostre Diffuse Fotografia 2024

foto di Romina Mosticone

Il femminismo come libertà, quindi, ma non la libertà del mercato, ma come responsabilità rispetto ai  problemi aperti: sulle questioni dell’aborto, della riproduzione assistita, della gestazione per altri, dei consultori – l’importanza che ci siano in tutti i territori – dei centri antiviolenza, dei centri donna di promozione culturale.

Una breve ricostruzione storica delle conquiste delle donne, dal diritto di voto ai diritti sociali e civili, dal 45 ad oggi. La Costituzione e le sue contraddizioni.

Le donne furono inizialmente escluse dalla cittadinanza; quando successivamente furono incluse, lo furono in quanto madri –addette alla riproduzione e alla cura – più che in quanto persone.

Se lo Stato concesse alle donne prima dei diritti civili e politici, i diritti sociali, fu per diverse ragioni:

  • perché attribuì al “genere femminile” diritti sociali specifici, riferiti non tanto alle donne come persone, ma alla loro funzione materna, considerando la “natura” femminile coincidente solo con la maternità e la cura.
  • perché la concessione dei diritti civili e politici avrebbe sovvertito l’ordine familiare; vedi l’afflusso straordinario delle donne al voto
  • perché la riproduzione non deve corrispondere all’autonomia femminile, ma deve rientrare nell’ambito dei poteri legislativi dello stato, deve essere sottomessa al potere normativo delle scienze e della medicina

Femminismo e razzismo non  sono compatibili. Il rapporto con le donne migranti, con altre culture e forme diverse di patriarcato.

Le donne che figurano come «altre», perché musulmane e velate, si trovano spesso schiacciate fra due sistemi patriarcali che pretendono di usarle ognuno a proprio piacimento: da un lato, il fondamentalismo islamico che vuole condannarle a una posizione subalterna al maschile, dall’altro un Occidente che le compatisce come povere vittime e ne fa strumenti di una battaglia contro lo straniero.

Al di fuori di questi schemi, la nuova cultura può venire invece proprio dall’incontro tra le diverse soggettività femminili dei diversi continenti.

Isabella Peretti , ex insegnante di storia e filosofia, funzionaria politica, segretaria particolare presso il Ministero pari opportunità, assistente parlamentare, attualmente presidente dell’associazione Lesconfinate , Casa internazionale delle donne, e curatrice della collana sessismo e razzismo, casa editrice Futura, che ha già prodotto 32 libri. Una storia, la sua, in cui ha accumulato tante relazioni,  esperienze e saperi.