FRANCESCO RINALDI
I COLORI DELL’ABBANDONO
Il progetto fotografico I Colori dell’Abbandono, di Francesco Rinaldi, è nato in Basilicata ma col tempo si è esteso all’intera Italia Centro-Meridionale. L’abbandono da parte di intere cittadinanze di paesi è un fenomeno particolarmente vivo in Italia, dove, secondo gli ultimi censimenti, su 6000 paesi in via di sparizione ben 2831 sono a imminente rischio estinzione visto che più della metà della popolazione mondiale vive nelle città. Il fenomeno si registra maggiormente lungo l’Appennino italiano, nei paesi ben descritti da Paolo Rumiz, Mauro Corona, Tonino Guerra, Franco Arminio, etc.. Così riscoprire questi luoghi, definiti da Roberto Peregalli “ex luoghi senza possibilità di redenzione” seguendo ”un’estetica dell’abbandono”, ha indotto il fotografo a riflettere non solo sulla memoria e il senso di perdita del passato, ma anche su un possibile destino comune che si prospetta prossimo per tanti altri piccoli centri; attraverso un linguaggio per immagini, il fotografo coglie i colori, le suggestioni, gli oggetti, il fascino delle rovine: scampoli di vita lasciati incustoditi di una ventina di paesi abbandonati nel centro sud Italia, tra Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Tutto questo ci riporta alla necessità di recuperarne non solo la memoria ma anche di ridare loro vita.
[9 pannelli legers 30×45 cm con bordino nero in PVC]
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BIOGRAFIA
La fotografia è un dono, far guardare gli altri attraverso i propri occhi. Per me è un modo per abbattere il muro della timidezza, un modo per comunicare senza parlare, e una forma di riscatto per uno che come me vede il mondo attraverso due lenti (i miei occhiali) da quando avevo 6 anni.
Francesco Rinaldi è fotografo di beni culturali e d’arte, ha ottenuto incarichi e riconoscimenti di prestigio da parte di enti universitari e di ricerca di ambito nazionale e internazionale (Università, British Museum di Londra, Fototeca Hertziana di Berlino, World Art Museum di Pechino). Al suo attivo circa 50 pubblicazioni su libri d’arte, archeologia e turismo. Dopo aver svolto parte dei suoi studi universitari nel campo del patrimonio artistico e archeologico, sposa ben presto la fotografia, che vive inizialmente come mezzo di documentazione e scopre, poi, come alternativa di lettura. Affina per anni la sua professionalità nel campo della fotografia del patrimonio, dell’archeologia, dell’arte, dell’architettura, del paesaggio e travel. Una fotografia intima quella di Francesco Rinaldi. Abituato, per formazione, all’osservazione attenta dell’opera artistica, mostra nei suoi lavori una singolare sensibilità che lo induce a entrare in scena in punta di piedi: non sembra mai frapporsi tra l’osservatore e l’opera d’arte, a tal punto da essere quasi una presenza silente. Si scopre, solo in fine, di essere stati condotti in un viaggio interiore alla ricerca del carattere più profondo di ciascuna opera, viaggio nel quale il suo sguardo sottile si è fatto filo diretto tra chi osserva e ciò che è osservato.