Giocattoli perduti nel tempo… Forse i bambini che li avevano smarriti ancora li stavano cercando
Domenica 12 maggio, alle h 16:45 presso la Biblioteca Comunale di Magliano Sabina, Valentina Quarta con Andrea Cionci, presentano Giocattoli perduti. Racconti irreali, immagini reali, un libro di immagini e parole, o meglio racconti di autori vari che si sono ispirati alle immagini della fotografa Valentina Quarta che rappresentano giocattoli abbandonati in luoghi abbandonati. Ne è scaturito un processo editoriale capovolto che si rivela felice.
Spiega il curatore del libro, Andrea Cionci:
…un po’ come nella “favola di tre parole” che era una tradizione della mia famiglia: da bambini sceglievamo tre parole a caso, tre oggetti che ci venivano in mente per primi e le nostre buone zie e nonne tessevano, come pazienti filatrici, una storia, una trama che prendeva forma in modo quasi autonomo, pescando dal loro inconscio sorprendenti relazioni e collegamenti.
Con queste fotografie e a tempo debito gli autori sono riusciti a produrre racconti dai generi più diversi
… sentimentale, drammatico, horror, biografico, avventuroso, storico o persino fantascientifico.
Durante la presentazione, uno degli autori Beatrice Harrach, leggerà uno dei suoi racconti, Anime di carta, Piccoli eroi di una volta.
*Poco più di un anno fa, in inverno, partecipai ad un’uscita fotografica di gruppo organizzata in un ex-oleificio, a Roma. Girovagavo in questo edificio fatiscente con la mia reflex al collo: era la prima volta che fotografavo un luogo abbandonato, a dire il vero era la prima volta che entravo in un posto del genere. Una ragazza era lì, per conto suo, una fotografa.
Stava realizzando un servizio fotografico con un modello. Mi avvicinai, scambiammo qualche parola e mi disse che era un’appassionata di luoghi abbandonati. Rimasi incuriosita da questa sua passione, ci scambiammo i contatti e ci salutammo. Mi contattò, dopo un mese circa, proponendomi di unirmi a lei per un’esplorazione in Toscana, in un ex manicomio. Accettai con molto entusiasmo e da quel momento iniziò una bella amicizia e una folle passione per l’ U r b e x ( U r b a n E x p l o r a t i o n ).
Da allora, ne ho visitati molti tra chiese, ospedali, scuole, ville, monasteri. In alcuni di questi ho trovato, fra gli oggetti lasciati incustoditi, anche tanti giocattoli. Li ho fotografati e li ho osservati. Una bambola in una ex-fabbrica è inusuale, ho iniziato a chiedermi come fosse finita lì, a chi fosse appartenuta, che storia potesse raccontare.
Giocattoli perduti nel tempo… Forse i bambini che li avevano smarriti ancora li stavano cercando; oppure li avevano gettati via di proposito perché sostituiti da nuovi giochi. Ho provato a immaginare il legame forte con il bambino o la bambina che li avevano posseduti perché, durante l’infanzia, anche una semplice bambola diventa un’amica inseparabile: quasi non si riesce a dormire senza averla accanto. Per questo sembra che ognuno di questi giocattoli possegga un’anima.
Ho poi pensato che altre persone, come me, vedendo le mie fotografie avrebbero potuto interrogarsi su quei giocattoli e avrebbero potuto fantasticare su storie e avventure. Da questa idea nasce il mio progetto fotografico, i miei “Giocattoli perduti”, o almeno parte di essi, raccolti in questo libro, ognuno con la propria storia. Racconti di fantasia che essi stessi hanno ispirato agli autori ai quali ho chiesto, gentilmente, di prestare la loro penna.