STEFANO TUBARO

CONTRAZIONI

Ho iniziato questo progetto nel 2010 e lo considero concluso. Riguarda sostanzialmente la ripresa di spazi interni costruiti per necessità di diversa natura e d’impiego: abitazioni rurali e nobili, fabbriche, costruzioni militari, teatri, ospedali, … Le riprese sono state realizzate in condizioni di compresenza luminosa naturale e artificiale. Ho selezionato con cura questi soggetti dismessi e precari, in quanto era indispensabile avessero determinate caratteristiche per poter svolgere il lavoro. Questi luoghi presentano le tracce del tempo, dell’uomo, della vita e che la forza della luce, madre della fotografia, riesce talvolta a sottolineare. Durante i sopralluoghi cercavo di progettare la tipologia della filtratura cromatica, la qualità e la direzione del flusso luminoso come si trattasse di mettere in atto una cromoterapia benefica. Al momento dell’iter di ripresa il lavoro molto spesso subiva variazioni anche a causa di imprevisti durante l’esposizione: infatti questo genere di riprese prevede “l’abbandono” della fotocamera e gli spostamenti, compiuti durante la fase di illuminazione, possono alterare la registrazione e produrre risultati indesiderati.
La somma delle azioni luminose, compiute attraverso un lungo arco temporale, producono un risultato effettivo che è permesso solamente applicando le peculiarità della fotografia che registra il tempo per accumulazione. Piccole scenografie teatrali, cortocircuiti provocati dalla contaminazione e dall’antitesi rendono parzialmente ambiguo queste fotografie.

[n° 08 stampe fine art giclée a pigmenti di colore su carta cotone; montaggio: pannello e cornice formato: 50×33 cm]

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BIOGRAFIA

Utilizzo la fotografia perchè mi permette di creare spontaneamente un ponte con alcune realtà che mi incuriosiscono, aiuta a capirle, a relazionarsi con le cose, a crescere e a vivere meglio. Fotografo perchè la forza della luce e dell’ombra, tra loro in antitesi perenne, mi permette di relazionarmi con aspetti che la condizione umana impone. Fotografo perchè l’amore verso questa forma espressiva è sempre rimasto intatto nei decenni: la fotografia mi ha sempre indicato la strada della verità.

Stefano Tubaro nasce a Codroipo (Udine) nel 1960.
Figlio d’arte – il padre è il pittore Renzo Tubaro – compie studi artistici e dal 1978 si dedica alla fotografia. Inizialmente opera nel settore professionale della progettazione e produzione pubblicitaria video-fotografica. Quindi, dalla fine degli anni Ottanta, si applica soprattutto nella fotografia di ricerca e a quella d’architettura; collabora con Enti e Associazioni culturali alla cura di progetti espositivo – editoriali, iniziative didattiche, corsi di formazione e attività di consulenza fotografica. Dal 1993 al 1996 presiede il Circolo Fotografico Friulano di Udine. Dal 1996 al 2000 è incaricato al coordinamento di progetti culturali promossi dall’Assessorato alla Cultura e dall’Agenzia Giovani del Comune di Udine. Dal 1985 insegna “Arte della Fotografia e della Cinematografia”, attualmente presso il Liceo Artistico Statale “Giovanni Sello” di Udine. Avvia la sua ricerca fotografica operando esclusivamente in bianco-nero; dal 1997 predilige la fotografia a colori intervenendo con illuminazione artificiale in contesti architettonici e nello still-life. Nel 2006 inizia a sperimentare le tecniche digitali. Nel 1984 realizza la sua prima esposizione personale e i suoi lavori cominciano a comparire su pubblicazioni e riviste di settore. Nel 1999 il Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia gli attribuisce a Splimbergo il Premio “Friuli Venezia Giulia Fotografia” per l’attività di ricerca. Tra gli altri si sono interessati al suo lavoro: Francesca Agostinelli, Fabio Amodeo, Angelo Bertani, Guido Cecere, Paolo Centioni, Piermario Ciani, Licio Damiani, Vania Gransinigh, Fausto Raschiatore, Isabella Reale, Alessandra Santin, Chiara Tavella, Riccardo Toffoletti, Emanuela Uccello, Franco Vaccari, Roberta Valtorta, Italo Zannier e Sabrina Zannier. Vive e lavora a Martignacco e Udine.