Le donne africane sono il vero motore dell’africa sub-sahariana

Womwn from Africa Patrizia Bonanzinga Mostre Diffuse Fotografia 2024Il progetto nasce dal libro Time Lag che rappresenta una sintesi della mia esperienza in Mozambico, Paese che ho frequentato a più riprese tra il 2006 e il 2012. Ho usato una XPAN Hasselblad, una macchina fotografica che crea negativi 24x65mm, ciò permette di fotografare l’intera persona e di stampare a grandezza naturale 200x73cm.

Queste tre fotografie appartengono ad un progetto più ampio, composto da 54 ritratti. Le donne africane sono il vero motore dell’africa sub-sahariana, che con molta forza, ma anche una certa leggerezza, vivono una dignitosa quotidianità.

Queste tre donne sono state riprese a Ilha de Moçambique, in particolare nel bairro di Litini, nella città makuti, o città di paglia dove vive la maggior parte della popolazione di etnia macua. Le donne guardano dritto in macchina. I loro corpi sono avvolti dai loro vestiti migliori. Il loro viso è cosparso di muciro, la loro maschera di bellezza. Il risultato è un dialogo tra me, loro e voi che le guardate.

 

 Matematica e fotografa, ricercatrice nel settore delle telecomunicazioni fino al 1995, quando ha deciso di dedicarsi solo alla fotografia. Ha vissuto in Messico, Algeria, USA, Francia, Cina e Belgio. Ha lavorato come giornalista per riviste specializzate in fotografia, tenuto corsi in ambito universitario e curato mostre.

Ha svolto, tra gli altri, progetti per: Hermes (Parigi), Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma), Palazzo delle Esposizioni (Roma), FAI (Roma), UNICRI (Torino), Cooperazione italiana (Roma), Matteo Thun & Partnes (Milano), Inspired Harmony – The Living Chapel Project, (Connecticut USA), Fondazione Festival dei Due Mondi (Spoleto).

Ha esposto in: Italia, USA, Russia, Polonia, Guatemala, Spagna, Francia, Cina, Mozambico, Belgio e Portogallo. Le sue fotografie sono incluse nelle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, del Multi Medium Art Museum di Mosca, del MAXXI di Roma, del Centro di Documentazione Ricardo Rangel di Maputo, della Fondazione Bracco di Milano, del Polo Museale Medaniene, della Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto e in collezioni private.

Ha pubblicato: The Road to Coal (Hopefulmonster, Torino 2004), Ritrovi (Maschietto, Firenze 2007), L’Altra Infanzia (UNICRI, Torino 2009) e Time Lag (Damiani, Bologna, 2011). Sviluppa il suo lavoro secondo due piani distinti: da una parte viaggia in territori sensibili con il chiaro intento di realizzare reportage, nella sua accezione più classica, usando a volte le tradizionali tecniche analogiche; dall’altra si interroga sulla relazione tra fotografia e realtà, e anche sul rapporto tra verità ed apparenza, costruendo dei medi formati digitali dove le immagini sono tagliate, sovrapposte, elaborate e rimontate: l’intento è quello di esprimere una nuova realtà, a volte plausibile, a volte surreale, a volte onirica.

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